Sanita’, dopo la tragedia a Messina: al triage puo’ esserci un infermiere?

MESSINA-La morte dell’ex guardia giurata al Papardo riaccende i riflettori sui tagli alla sanità. “Anche se il paramedico e’ bravo, deve esserci un medico ad assegnare i codici”, commenta il Comitato ‘Salviamo l’ospedale Piemonte’. Va avanti l’inchiesta sulla morte di Daniele Santamaria, l’ex guardia giurata quarantenne che si è accasciato al pronto soccorso del Papardo, all’alba di sabato, in attesa di essere visitato.All’uomo, arrivato per i forti dolori alla spalla e al petto, era stato assegnato un codice verde. I familiari hanno denunciato il fatto, parlando di 40 minuti di attesa vana per la visita, mentre l’azienda sanitaria ha precisato che Santamaria era arrivato da soli 10 mnuti.Ma sul punto farà luce la magistratura, che ha già ascoltato i familiari dell’uomo e acquisito le cartelle cliniche. Fondamentale l’autopsia, che sarà probabilmente affidata oggi al medico legale.Ma quello delle responsabilità penali non è l’unico aspetto delicato della vicenda. “Bisogna riportare il medico a ipotizzare le diagnosi al pronto soccorso – commenta il dottor Silvano Arbuse, riferendosi proprio al caso Santamaria – Per quanto bravo, un infermiere non può stare solo al triage, deve essere il medico ad assegnare i codici”.Il dottor Arbuse è tra i promotori del Comitato Salviamo l’ospedale Piemonte, che oltre a battersi per evitare la chiusura e il drastico ridimensionamento della struttura ospedaliera di centro città, rileva gli aspetti critici della riforma sanitaria regionale. Come le conseguenze dei tagli sull’organizzazione dei pronto soccorsi, appunto.

 

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