Palazzo dei Leoni, anche gli assessori rinunciano all’aumento dell’indennita’

 

Rinunciano in tre all’aumento dell’indennità di funzione, su tredici. Amara ironia dei sindacati “Da ora in avanti allora non sentiremo più parlare (anche e soprattutto alcuni assessori) di necessità di interventi sulle spese del personale e di tagli vari“. 

MESSINA-Tre membri della Giunta Ricevuto rinunciano all’adeguamento dell’indennità per presidente della Provincia, assessori e consiglieri. Renato Fichera, assessore al Lavoro, Pippo Di Bartolo, assessore alla Pubblica Istruzione e Mario D’Agostino, assessore alla Cultura si accodano alla rinuncia del numero uno di Palazzo dei Leoni.L’adeguamento, con conseguente aumento, dell’indennità di funzione per presidente, assessori e consiglieri ha fatto discutere anche le RSU dell’Ente di via Cavour.In una nota, il coordinatore provinciale Santino Fotia e il componente, Santino Paladino, hanno commentato ironicamente la anto discussa tdetermina dirigenziale siglata dal ragioniere generale, Antonino Calabrò “Gli scriventi non possono che esprimere il proprio più vivo compiacimento per l’adozione della determina dirigenziale 105 del 13/4/2012, con la quale, prendendo atto del grave disagio economico patito dagli amministratori dell’Ente a fronte dell’attività svolta e dei risultati raggiunti anche in notevole carenza d’organico (Catania 9 assessori, Palermo 10 assessori, Messina 13), si è provveduto alla rideterminazione delle indennità di presidente, assessori e consiglieri”.”Da rappresentanti dei lavoratori – continua la nota – consideriamo il provvedimento la più concreta risposta alle voci di difficoltà economiche dell’Ente, certi che da ora in avanti non sentiremo più parlare (anche e soprattutto alcuni assessori) di necessità di interventi sulle spese del personale e di tagli vari.”In tale ottica, anzi – concludono i rappresentanti sindacali – preso atto dell’impossibilità normativa di agire su determinate voci stipendiali, riteniamo opportuno sollecitare la definizione del CCDIL (con annessa Progressione Economica) e, soprattutto, l’adeguamento dell’importo del buono, anche in considerazione del fatto che la relativa spesa non è imputata al capitolo delle spese del personale”.

 

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