Si è conclusa con nove rinvii a giudizio e un proscioglimento l’udienza preliminare scaturita dall’operazione “Eolo” sui lavori per la realizzazione del parco eolico nel comune di Raccuja. Tra gli imputati anche il sindaco del luogo, Cono Damiano Salpietro, rinviato a giudizio insieme a Leo Palazzaolo, Michele Tripoli, Calogero Manera, Leo Tripoli, Riccardo Palazzolo, Carmelo Salpietro Damiano, Calogero e Giuseppe Astone. Tutti si dovranno presentare davanti al Tribunale di Patti il 19 ottobre prossimo per rispondere di concussione in concorso.
RACCUJA (ME)-L’operazione “Eolo” aveva preso il via nel marzo del 2009 da una denuncia di un imprenditore di Gioiosa Marea estromesso improvvisamente dai lavori di subappalto per la realizzazione dei lavori di movimento terra per la realizzazione di un campo eolico fra Raccuja, Ucria e Floresta. L’indagine condotta dai carabinieri della compagnia di Patti al comando del capitano Angelo Zito e dagli agenti del commissariato di Capo d’Orlando, sotto l’allora guida del vicequestore Marcello Castello, coordinata dal procuratore di Patti Rosa Raffa, aveva portato all’arresto del primo cittadino e degli imprenditori Giuseppe Astone di Ucria e Michele Tripoli di Raccuja. Secondo la procura Salpietro, abusando della qualità e dei poteri connessi alla carica di sindaco, minacciando una serie di comportamenti ostruzionistici, avrebbe costretto la società Maltauro a rescindere i contratti con le ditte di fiducia per fare in modo che i lavori venissero realizzati dalla MTP in cui avevano interessi i parenti diretti di alcuni sostenitori del sindaco alle elezioni che si erano svolti pochi mesi prima con la riconferma dello stesso Salpietro. Gli imprenditori Giuseppe e Calogero Astone, rispettivamente amministratore unico e responsabile tecnico della Astone Costruzioni srl, sono accusati di essersi prestati a stipulare il contratto di subappalto con la Maltauro, per poi cedere buona parte dei lavori commissionati alla MTP, pur non avendo quest’ultima i requisiti per contrarre direttamente.
Rinviati a giudizio anche i soci della MTP, Leo Palazzolo, Riccardo Palazzolo, Michele Tripoli, Leo Tripoli, Calogero Manera, ai quali viene contestato di avere agito quali concorrenti morali che determinavano e rafforzavano il proposito criminoso del sindaco, poiché titolari dell’interesse a realizzare i lavori formalmente subappaltati alla Astone Costruzioni. L’unico non luogo a procedere decretato dal gup Ugo Molina riguarda Carmelo Palazzolo, all’epoca dei fatti consigliere comunale di minoranza, che secondo l’accusa rafforzava la condotta concussiva, promettendo il proprio apporto alla maggioranza di Salpietro, transitando dal gruppo di opposizione a quello di maggioranza che sosteneva il sindaco. La seconda accusa di concussione per Salpietro è collegata invece allo spostamento di una torre sul terreno di proprietà della cognata. Per questo episodio Salpietro è accusato di concussione assieme al fratello Carmelo. Lo spostamento voluto dal sindaco, secondo gli inquirenti, sarebbe stato giustificato con motivazioni pretestuose, in particolare da presunti rilievi paesaggistici nonostante fossero già state approvate in tutte le sedi le valutazioni di impatto ambientale. In questo modo sarebbe stata procurata l’utilità consistente nella percezione dei canoni di affitto, con ulteriore danno della stessa API Holding che è stata costretta a sopportare l’aggiuntivo esborso di euro 20.000 per l’estirpazione di 200 alberi che si trovavano nel predetto fondo inserito in un progetto regionale di rimboschimento. Al fratello del sindaco è contestato anche il reato tentata truffa aggravata poiché non avrebbe comunicato all’assessorato regionale Agricoltura e Foreste che sul terreno su cui è stata impiantata una torre eolica erano stati spiantati circa 200 alberi, compiendo così atti idonei a procurarsi l’ingiusto profitto della percezione integrale del contributo regionale per il rimboschimento.
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