TORRENOVA LE ORIGINI

Torrenova, inizialmente, è stata frazione di San Marco e la sua storia è legata a quella del comune Aluntino. I primi insediamenti umani nel territorio di Torrenova sembrerebbero risalire al Neolitico, pare infatti, che un piccolo gruppo di persone si fosse aggregato nei pressi della grotta di Scodonì, dove sono stati rtitrovati diversi reperti. In età greco-romana il territorio appartenne ad Alunzio e fu importante scalo portuale.
La prima notizia certa di Torrenova sembra quella di un toponimo citato da Camillo Camiliani, nella carta topografica allegata alla relazione sulla sua ricognizione del 1584, dove sono esposti in successione: Zappulla, Pietra di Roma, Torre Nuova, Foggia della Rosa Marina (foce del Rosmarino). L’immagine topografica più arcaica che si conosce ed in grado di mostrare la diversità dell’insediamento urbano tra San Marco e Torrenova, è la planimetria redatta da Filippo Davì nel 1852, in cui i nuclei abitati vengono così definiti: Caseggiato di San Marco e villaggio di Torrenuova. Il nome deriva verosimilmente dalle numerose torri d’avvistamento che dominavano la costa, costruite dopo la fine del medioevo per arginare i continui assalti. Il toponimo potrebbe alludere ad una delle torri che, la Deputazione del regno costruì alla fine del 500 e che Camiliani indica con l’espressione “De Novo Costruita”. Lo stesso nel Libro II pag. 462 descrive così Torrenova: “…Passo et ricetto deviandanti, ove per esservi fundaco non essere che non capitino et ricettino almen dieci vascelli nemici, che ponno esser sopragiunti,( e possono )depredarli et prenderli (i viandanti) massimamente di notte. Perciò si dovrebbe fare la guardia di giorno e di sera, perciochè, il corsale per onde meglio gli pare, può andarsene lido lido con la pala in terra et allimproviso assalire chi davanti lui trova.” Con la fine delle guerre corsare nel mediterraneo, ed il contemporaneo progredire dei sistemi difensivi, cominciò ad avviarsi un processo di crescita urbana lungo le strade litorali, che portò alla costruzione di villaggi legati alla produzione agricola. L’Abitato, si sviluppa lungo gli assi viari S.S. 113, la strada Provinciale (che coincide con l’antica via Consolare Pompea), e arterie di raccordo. Gli impianti urbani, quindi, non sono più unitari come quelli dei centri medievali arroccati sulle montagne ma presentano una configurazione planimetrica che denota un’espansione incontrollata. Il territorio di Torrenova, a parte la funzione di portocaricatore, in passato ricoprì un ruolo importante nel sistema strategico-difensivo, con una rete di torri d’avvistamento, che garantivano la sicurezza ai pescatori del litorale e l’informazione continua, su eventuali sbarchi nemici, ai centri dell’entroterra. Il nucleo urbano originario è da ricercarsi nell’attuale “contrada mare”, con un sistema dispositivo a pettine, composto da un lungo e dritto asse viario parallelo alla linea di costa e da una serie di collegamenti perpendicolari in direzione del mare. Questi vicoli si concludono sullo stesso allineamento, che doveva costituire l’antica linea di battigia, servivano ai pescatori per stendere le reti e per tirare le barche a terra, oltre che per proteggere le abitazioni, data la posizione nelle vicinanze del mare, dai forti venti e dalle burrasche, come sta ad indicare anche la costruzione di un muro, edificato a protezione del quartiere dalle mareggiate. L’economia del paese, si basava prevalentemente su due attività: la coltivazione, lavorazione ed esportazione degli agrumi e la pesca. Mentre la seconda attività, andò via via dissolvendosi a causa delle forti ondate migratorie degli abitanti verso l’Australia, la prima anche grazie all’estensione della piana torrenovese, che si prestava a questo tipo di coltivazioni, resistette fino alla fine degli anni settanta, anni in cui si potevano contare numerose attività di lavorazione ed esportazione degli agrumi . Oggi a testimonianza di ciò, non rimane altro che una bellissima struttura, meritevole di restauro, già vincolata dalla Soprintendenza ai beni culturali ed ambientali di Messina , adoperata all’epoca per l’estrazione dello spirito. Il 24 novembre 1984, con pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana, Torrenova dopo aver condiviso secoli di storia con San Marco d’Alunzio ottenne l’Autonomia divenendo così il 108° comune della provincia di Messina.