Patti – Tragedia del “Rifugio del falco”: una condanna, 3 assoluzioni. Stralcio per il titolare

Nell’occasione la Redazione Tn24-Notizie vuole ricordare le vittime del 22 agosto 2007: Matteo Cucinotta, Costantino Cucinotta, Lucia Natoli, Tina Scaffidi, Giuseppe Buonpensiero, Barberina Moffolini

PATTI (ME) – Tribunale Collegiale di Patti, riunito in sezione unica, presieduto dalla dr.ssa Maria Pina Lazzara, a latere i giudici il dr. Ugo Domenico Molina e la dr.ssa Ines Rigoli, ha emesso la prima sentenza relativa all’incendio che il 22 agosto 2007 che investì il “Rifugio del Falco” mietendo sei vittime. Dopo 6 ore e 40 minuti di camera di consiglio il Tribunale Collegiale Penale, sezione unica, ha condannato per incendio doloso Mariano Lamancusa a 5 anni e 6 mesi di reclusione, al pagamento delle spese processuali, interdizione perpetua dai pubblici uffici ed interdizione legale per la durata della reclusione. Il Lamancusa è stato condannato inoltre al risarcimento dei danni subiti da Legambiente – che verranno liquidati in separata sede; nonché al pagamento delle spese processuali sostenute dall’Associazione ambientalista, quantificati in € 1.850,00. Il dibattimento non è ancora finito, il Collegio penale ha disposto la separazione, con formazione di un fascicolo autonomo, della posizione di Santi Antonino Anzà – proprietario del “Rifugio del Falco” – ritenendo necessari per la decisione, ulteriori approfondimenti istruttori di natura tecnica, riferiti al decorso causale e prevedibilità dell’evento. Ha nominato il prof. Giovanni Bovio per effettuare la perizia per gli accertamenti che saranno specificati nella prossima udienza del 24 aprile 2015. Assolti, perché il fatto non sussiste, gli ispettori superiori del Corpo Forestale della Regione Siciliana: Antonio Carro, Giuseppe Giordano e Gaetano Galletta. Il deposito della motivazione della sentenza sarà depositato entro 90 giorni. La sentenza era abbastanza prevedibile relativamente alle assoluzioni degli operatori del servizio antincendio del Corpo Forestale; per i quali qualche dubbio aveva suscitato la richiesta di rinvio a giudizio della Procura della Repubblica di Patti e la richiesta di condanne del PM in dibattimento. Fin dall’inizio dagli atti del fascicolo del PM e delle ricostruzioni delle attività svolte dai Forestali e dall’escussione di alcuni consulenti – a parte un consulente presunto generale, oggi defunto, dall’evidente risentimento verso i forestali – la ricostruzione tecnica di ogni parte dell’organizzazione antincendio forestale e la particolare emergenza incendi che interessò non solo il giorno della tragedia, ma anche il precedente ed il successivo, appariva del tutto lapalissiano che gli operatori forestali non avevano alcuna specifica o remota responsabilità circa la tragedia del “Rifugio del Falco”. La decisione della Procura della Repubblica di Patti – anche nel caso di una possibile responsabilità imputabile agli operatori del Corpo Forestale – avrebbe sbagliato nell’indicare i soggetti da indiziare del reato di omissione di atti d’ufficio. Senza alcuna evidente giustificazione la Pubblica Accusa non ha considerato l’organizzazione militare del Corpo Forestale, grazie alla quale la responsabilità sarebbe dovuta essere imputata al responsabile della Sala operativa e non agli addetti che ad egli sono sottoposti e subordinati ed hanno l’obbligo d’istituto di eseguire le disposizioni impartite. Con l’assoluzione piena – perché il fatto non sussiste – il Tribunale ha riportato nella logica giuridica gli eccessi accusatori della pubblica accusa. La condanna del Lamancusa colpevole di aver provocato l’incendio non ci sembra giuridicamente limpida; ci rimane qualche dubbio sulle procedure utilizzate nella raccolta delle fonti di prova e sulla validità delle stesse. Il processo ci è sembrato un grande contenitore di dati e ricostruzioni dei fatti, che l’interesse delle parti ha usato per confutare tesi confuse e/o tecnicamente illogiche. A parte i consulenti tecnici, l’accusa e la difesa hanno citato spesso il famoso “effetto camino”, ma non siamo certi che tutti si siano resi conto cosa sia nella realtà questo fenomeno e come si sviluppa. Il processo si potrà dire finito solo dopo la sentenza sulle responsabilità del proprietario del “Rifugio del Falco”, che richiederà almeno altre due udienze.

Nell’occasione la Redazione Tn24-Notizie vuole ricordare le vittime del 22 agosto 2007:

Matteo Cucinotta, Costantino Cucinotta, Lucia Natoli, Tina Scaffidi, Giuseppe Buonpensiero, Barberina Moffolini.

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