Arresto La Gaipa, M5s sapeva dei suoi guai giudiziari e aveva chiesto la documentazione al candidato

Una segnalazione via mail degli attivisti locali, con una informativa sulle denunce dei dipendenti dell’albergo dell’imprenditore, era stata inviata al blog di Grillo e ai vertici siciliani del Movimento

AGRIGENTO – Sulle vicissitudini giudiziarie di Fabrizio La Gaipa,l’imprenditore agrigentino arrestato per estorsione, candidato alle regionali M5s e primo dei non eletti, i vertici del Movimento sapevano tutto. Il caso era stato segnalato, con una informativa via mail, dagli attivisti locali ai responsabili siciliani dei Cinquestelle e al blog di Grillo. Nella comunicazione era stata ricostruita l’intera vicenda, comprese le motivazioni che avevano spinto i dipendenti del «Costazzurra museum&spa» a presentare la denuncia alla Procura.

Il certificato

E, come rivelato dal quotidiano «la Sicilia», i vertici del Movimento avrebbero anche effettuato alcuni controlli sul caso. Chiedendo, inoltre, a La Gaipa anche la certificazione ex articolo 335 del codice di procedura penale, che attesta «iscrizioni, nei registri in dotazione all’Ufficio di Procura, dei fascicoli ancora in fase di indagini preliminari». Ma l’imprenditore siciliano, alla seconda sollecitazione, avrebbe consegnato un certificato dal quale non risultava alcun procedimento a suo carico. Ora i responsabili siciliani dei Cinquestelle sarebbero pronti a chiarire la propria posizione con un post sul blog di Grillo. Raccontando quanto avvenuto nei mesi che hanno preceduto la candidatura di La Gaipa.

L’inchiesta

Intanto emergono altri particolari sull’inchiesta: secondo l’accusa, La Gaipa avrebbe richiesto ai dipendenti che lo hanno denunciato, due dei quali aderenti al Movimento 5stelle, parte dello stipendio, ma anche gli 80 euro di bonus, il Tfr, la tredicesima e l’indennità di malattia. E da alcune intercettazioni emergerebbero le richieste di La Gaipa nei confronti dei dipendenti. Il pm aveva chiesto anche l’arresto in carcere per l’imprenditore, una richiesta il gip ha invece trasformato in arresti domiciliari per il candidato e divieto di dimore per il fratello Salvatore.

Grillini in subbuglio

Ma c’è anche chi grida al complotto interno. Come il consigliere comunale di Agrigento, Marcella Carlisi, che in queste elezioni ha sostenuto La Gaipa e oggi confida nella giustizia. «Noi ci fidavamo di Fabrizio – commenta – candidando un imprenditore ci siamo presi una responsabilità importante perché è un lavoro delicato. Lui però ci aveva assicurato che era tutto ok e i conti dell’albergo erano tutti in regola. E questo ci aveva tranquillizzato. Non potevamo sapere di una cosa del genere». Poi aggiunge: «C’è una manovra per toglierci di mezzo. Oggi all’interno del Movimento ci sono delle pedine che si fanno gestire, siamo sempre più convinti che ci sono degli infiltrati. C’è qualcuno che pensa di applicare le abitudini della vecchia politica anche qui, ma non c’entra nulla con noi. Cercano in tutti i modi di osteggiarci. Ci sono attivisti che non si sono mai visti in giro, ma che si definiscono grillini dal 2012 e cercano di inficiare il lavoro di altri, come La Gaipa, che comunque è stato scelto attraverso le votazioni».

Corriere del Mezzogiorno

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