Barrcellona: 41 bis per Aurelio Micale

Il ministro della Giustizia ANDREA ORLANDO ha firmato l’applicazione del carcere duro (“41 bis”) nei confronti di AURELIO MICALE (foto in alto), elemento di spicco del clan mafioso dei “barcellonesi” anche secondo le rivelazioni dei pentiti. Micale è rimasto coinvolto nelle operazioni “Gotha” (IV, VI e VII) e, per la sesta, viene accusato di avere partecipato a sei omicidi tra i quali quello del giovane GIOVANNI ISGRO’, figlio di un ingegnere e di una docente, freddato in un salone da barba a Barcellona la sera dell’1 dicembre 2012.

Aurelio Micale, nel processo ancora in corso scaturito dall’operazione “Gotha VI”, oltre all’omicidio di Giovanni Isgrò, è accusato di aver partecipato, accompagnando e prelevando dai luoghi dei delitti Antonino Calderone inteso Caiella, al “commando” che a Barcellona ha ucciso altre cinque persone: Giovanni Catalfamo, avvenuto il 29 settembre 1998, che sarebbe stato commesso assieme ad Antonino Calderone inteso “Caiella” e dai fratelli Carmelo e Francesco D’Amico; omicidio Antonino Sboto, avvenuto il 3 maggio 1999, a cui parteciparono Antonino “Caiella” Calderone, ed i fratelli Carmelo e Francesco D’Amico; omicidio Fortunato Ficarra, avvenuto a Santa Lucia del Mela il 1° luglio 1998, a cui presero parte Antonino “Caiella” Calderone, Pietro Nicola Mazzagatti ed i fratelli Carmelo e Francesco D’Amico; omicidio Mimmo Tramontana, avvenuto il 4 giugno 2001 a Calderà (località balneare di Barcellona), al quale parteciparono Salvatore “Sem” Di Salvo, Pietro Nicola Mazzagatti e Angelo Caliri; omicidio Carmelo De Pasquale, avvenuto il 5 gennaio 2009, del cui gruppo che decisero ed eseguirono il delitto ci sarebbero stati Carmelo Giambò, Antonino “Caiella” Calderone, Domenico Chiofalo ed i fratelli Carmelo e Francesco D’Amico e Franco Munafò. Dalle indagini emerge che Aurelio Micale, che fino al 2013 era rimasto in ombra, sarebbe stato una sorta di uomo-ombra di Nino Calderone inteso “Caiella”, uno dei maggiori esponenti del braccio armato della mafia barcellonese rimasto sempre impunito pur essendo notoriamente un killer della mala locale.

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