S. STEFANO DI CAMASTRA (ME) – La notizie era nell’aria ormai da parecchio tempo, ma mai ci si aspettava una chiusura così immediata di una delle istituzioni più longeve che erano presenti a S. Stefano di Camastra. Infatti, il Collegio di Maria dopo due secoli e mezzo dalla sua istituzione chiude per la carenza di vocazioni, con il gruppo appartenenti alla “Congregazione delle suore collegine della Sacra Famiglia”, che si è gradualmente assottigliato fino agli ultimi due elementi, in età avanzata. La struttura nata nel 1782 per volontà di monsignor Gioacchino Castelli, vescovo di Cefalù, è una delle poche istituzioni che hanno avvicinano la gente alla Fede e alla vita in comunità. Il Collegio di Maria è stato per la comunità stefanese una casa di educazione e di lavoro per ragazze da istruire nella dottrina cristiana e nell’apprendimento delle arti tipicamente femminili come il cucito e il ricamo, rappresentando un esempio e un cardine della S. Stefano buona e della gente semplice, che vi si rivolge sapendo di trovare risposte adeguate, in un luogo dove la decadenza sia dei valori morali che spirituali e sociali sta raggiungendo livelli di abbandono in ogni settore del vivere civile. Le suore hanno esercitato un ruolo di prim’ordine rappresentando quello che di meglio indica la sacra veste e la devota missione. Tanto rammarico per questa chiusura, condita da un poco di indifferenza da parte della comunità stefanese, che forse sottovaluta i tesori di pregio che la Chiesa dedicata alla Madonna della Catena, al cui interno esiste la più insigne memoria storica della cittadina: la tomba murale in pregevole stile barocco di Don Giuseppe Lanza Duca di Camastra e della moglie Maria Gomez De Silvejra. Sono molto interessanti anche tre immagini salvate dalla distruzione e portate dalla vecchia sede del paese: un antichissimo Crocefisso ligneo, e due statue dedicate rispettivamente alla Vergine della Catena e a Sant’Antonio di Padova. Il Collegio di Maria custodisce, inoltre, numerosi altri tesori artistici ed importanti reliquie di Santi. Tra le reliquie più significative è da annoverare il Corpo di Santa Vincenza Martire custodito in una cassettina in legno sigillata. Il Corpo di Santa Vincenza Martire fu ritrovato nelle catacombe di S. Ciriaca a Roma ed è una martire dei primi secoli del Cristianesimo (all’incirca metà del secondo secolo d.c.). Il Corpo della Martire fu donato a S. Stefano di Camastra nel 1833 e ne fu fatta ricognizione canonica il 09.06.1915 da S.E. Mons. Fiandaca Vescovo di Patti a cura dell’allora arciprete Mons. Perna. Per un lungo periodo gli stefanesi hanno rivolto la loro preghiera a Santa Vincenza Martire e si svolgeva anche una festività religiosa, quantomeno nella prima metà del 1900, per prepararsi alla quale era stata composta una preghiera in preparazione alla festività ed un inno. La festività e la devozione popolare è andata perduta ma le suore collegine hanno continuato a custodire gelosamente le preziose reliquie. L’auspicio è che le reliquie di Santa Vincenza Martire risalenti ai primi secoli della persecuzione dei cristiani e che rappresentano una mistica unione spirituale tra il centro della cristianità, il Santuario del Letto Santo (ove viene conservata una reliquia della Santa Croce) e la nostra comunità, rimangano a S. Stefano di Camastra e che ne venga ripristinato il culto e la devozione recuperando così anche le antiche tradizioni. Intanto, una commossa Madre Eleonora Francesca Alongi Superiora Generale, nel suo saluto alla comunità stefanese ha decretato la chiusura della struttura, in attesa che si possano verificare nuovi sviluppi.
Dopo due secoli e mezzo, il Collegio di Maria chiude per la carenza di vocazioni

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