Messina – La si potrebbe identificare come una sceneggiata senza soluzione di uscita, anche perché attualmente sembra che non si riesca a trovare nessuna soluzione percorribile per fare riprendere i cosiddetti campionati minori, che vanno da quello di Eccellenza, Promozione, Prima, Seconda, Terza e giovanili. Al vaglio ci sono tante ipotesi per una probabile ripresa delle ostilità nei primi mesi del nuovo anno, anche se ancora è tutto in alto mare, in quanto fino al 15 gennaio non si potrà fare nulla, poi ci vorranno almeno quattro settimane per riprendere allenamenti e preparazione. A questo punto, la soluzione percorribile potrebbe essere rappresentata da una ripartenza a marzo con i soli gironi di andata da giocare, con questa che sembra essere una delle tante ipotesi al vaglio degli organi federali. Il nuovo Dpcm del Governo che è entrato in vigore a partire dal 4 dicembre ed ha validità fino al prossimo 15 gennaio di fatto ferma ancora una volta il calcio dilettantistico o meglio, non cambia nulla rispetto all’ultimo mese. Rimane vietato l’uso dello spogliatoio e sono vietate le attività dei dilettanti e le attività di base. A nostro avviso la stagione sportiva risulta essere compromessa per svariati motivi, primo fra tutti quello economico, con diverse società che non sanno come proseguire la stagione (qualora si riprenda), in assenza di aiuti economici vedi: contributi da parte di Enti, sponsor o incassi al botteghino. Anche le società debbono iniziare ad essere coesi tra loro in maniera da portare avanti una linea comune, perché non ha senso avere una o più campane che suonano oltretutto anche stonate, bisognerebbe avere una sola campana che suoni bene per tutti i protagonisti. Inoltre, per le società favorevoli alla ripresa dell’attività a tutti costi, prima di fare la voce grosse, farebbero bene a conoscere a quali condizioni si riprenderà, perché se bisogna proseguire ancora senza la presenza di pubblico, sarebbe meglio fermarsi qui e riprendere a pieno regime quando tutto sarà finito in sicurezza senza dover rischiare la salute di tutti.