S. STEFANO DI CAMSTRA (ME) – Questo 2020 ci ha dato modo di capire quanto importante sia il contatto umano, la folla, gli abbracci, i brindisi, le due chiacchiere con persone che non vediamo da tempo. Abbiamo scoperto quanto può essere dura da soli, quanto gli spazi piccoli a volte siano troppo stretti e quanto importante sia il nostro lavoro, e non solo per un fattore economico, ma anche e soprattutto per quello che significa alzarsi ogni mattina e andare a lavorare. Per questo motivo, il fotografo stefanese Alberto Cosenza insieme alla moglie assistente Beatrice Sirni, hanno voluto ripercorrere attraverso degli scatti spontanei una campagna di sensibilizzazione, un progetto che in futuro ci permetterebbe di ricordare quello che abbiamo vissuto in questi mesi, perché il lockdown, il 2020 in generale ci è servito a fermarci, a capire davvero le cose importanti della nostra vita, ad affermare qualcosa che c’era, o ad abbandonare qualcosa che era troppo fragile per noi. Un progetto nato per raccontare il momento che abbiamo vissuto durante questi mesi di pandemia e che speravamo di poter concludere questo progetto in un modo migliore, con degli abbracci, con dei baci, con un brindisi al tramonto; ma questo purtroppo non è ancora possibile.
Questa pandemia ci ha rivoluzionati dentro, ci ha strappato quel senso di sicurezza e di serenità. Ci auguriamo di aver imparato da questo 2020 che la vita è così imprevedibile da vivere le cose e le persone, da capire che la vita non deve per forza andare di corsa e che nulla scappa se noi decidiamo che non deve scappare, che questo 2020 sia la fine dell’era veloce, che l’anno che arriva, il 2021, sia l’anno dell’amore, delle persone, dei battiti lenti e intensi, dei concerti, della musica, dello shopping e di tutto quello che c’è mancato quest’anno. Quindi, l’auspicio che queste foto siano il ricordo dell’abbraccio in cui si è stretta Santo Stefano nel periodo di più grande difficoltà, e che questo abbraccio rimanga sempre così stretto, che ci renda più uniti anche nell’amarezza ma soprattutto nelle gioie e nelle soddisfazioni.
Be the first to comment on "Scatti spontanei di un fotografo stefanese durante il periodo di Lokdown"