Archeologia dei Nebrodi, dal 9 luglio all’interno di Palazzo Trabia, già sede del Museo Civico della Ceramica.

S. STEFANO DI CAMASTRA (ME) – Recuperare la memoria del passato vuol dire anche confrontarsi con oggetti e testimonianze che restituiscono una visione unitaria dei fenomeni accaduti nel territorio. Si tratta della mostra, nata dalla collaborazione tra la Soprintendenza dei Beni Culturali e Ambientali di Messina, il Parco dei Nebrodi e il Comune di Santo Stefano di Camastra, che offre una ricca documentazione di cultura materiale dalla preistoria all’età medievale. Infatti, sono oltre 550 reperti archeologici recuperati nel corso delle campagne di scavo che si sono svolte nei Nebrodi, saranno oggetto di un’interessante mostra che verrà inaugurata venerdì 9 luglio alle 18.00 a Santo Stefano di Camastra, all’interno del prestigioso complesso architettonico di Palazzo Trabia, già sede del Museo Civico della Ceramica.

“I reperti in esposizione – sottolinea l’assessore dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Alberto Samonà – che sono stati recuperati in un bacino che comprende diversi siti, ci offrono la possibilità di una riflessione sugli insediamenti umani, i livelli di sviluppo delle popolazioni che hanno abitato i Nebrodi. Un’iniziativa che favorisce il processo di riconoscimento e identificazione delle comunità locali, facendole sentire parte di un unico processo di recupero della memoria storico-identitaria”.

“Il percorso espositivo – spiega la Soprintendente di Messina, Mirella Vinci – è articolato in due sale ed arricchito da un ampio didattico-illustrativo sistemato lungo le pareti. Abbiamo selezionato i migliori reperti rinvenuti, molti dei quali assolutamente inediti, tra i quali una statua marmorea di togato del I sec. a.C. e 130 monete provenienti da scavi sistematici e da recuperi condotti a partire dagli anni Cinquanta del secolo scorso”.

La mostra è stata suddivisa in due sale, nella Sala 1  vengono esposti i materiali provenienti da S. Stefano di Camastra. I reperti selezionati, in parte donazioni di privati, offrono evidenza di scoperte avvenute sia in area urbana che nel territorio, testimoniando una frequentazione Già a partire dall’età arcaica. Mentre nella Sala 2, movimentata al centro da una grande vetrina a isola accoglie, in un percorso che si snoda lungo le pareti dell’ambiente, i reperti più significativi provenienti da San Marco D’Alunzio (antica Alontion/Haluntium), Caronia (antica Kalè Aktè), San Fratello (antica Apollonia), Mistretta, Militello Rosmarino (Monte Scurzi), Sant’Agata di Militello e Alcara Li Fusi. La mostra che si apre il 9 luglio si concluderà il 31 dicembre 2021, e potrà essere visitata dal martedì alla domenica dalle ore 10-13 e dalle 16-20

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